La mia pratica artistica orbita in un costante dialogo tra la pittura e la fotografia, avendo come comune denominatore la natura e la sua estetica. Gli oggetti effimeri come i materiali organici trovati in natura, archiviati e conservati diventano i soggetti delle mie rappresentazioni. L’oggetto effimero diventa segno pittorico e gli effetti cromatici ottenuti tra la fusione del blu della cianotipia e le tonalità dell’acquerello diventano terreno fertile per l’imprevisto. Una ricerca estetica sperimentale che si traduce anche in fotografia attraverso la doppia esposizione della pellicola, dove le immagini sono frutto di visioni oniriche, fluide che inducono al mistero, al dubbio e alla ricerca di comprensione di cosa è realmente rappresentato. Ciò che accade in natura, come nella mia arte, è spesso imprevedibile e indomabile, affidato al fato e alle conseguenze degli errori. Il mio intento è di rappresentare la natura attraverso la sua bellezza e la sua forza, specialmente quando questa è destinata a svanire.